Scuola di Vino Lezione 8: FRANCIA – Jura e Valle del Rodano

Eccoci nuovamente on-line con l’appuntamento settimanale dedicato all’approfondimento che ogni novello “winelover” non dovrebbe perdersi… Oggi facciamo un doppio turno, dedicandoci a 2 regioni vicine ma molto diverse fra di loro, quanto alla tipologia di vini offerta.
Partendo da Lione, la minuscola Jura dista all’incirca 2 ore di macchina ed è visitabile in giornata, con autentiche chicche come Arbois e Château Chalon. Da Lione e procedendo verso sud, inizieremo invece il percorso verso la Valle del Rodano, con paesaggi aspri ed affascinanti al nord che poco per volta lasciano il posto alla pianura di Châteauneuf du Pape per sconfinare poi nella splendida Provenza. Insomma, anche questo viaggio apparentemente per “winelovers” potrebbe essere organizzato con il partner astemio, senza che minacci la separazione. A dimostrazione che, campanilismi a parte, la Francia è stupenda e merita di essere visitata. Vi lascio al solito estratto dal nostro libro “Metri de Ombre” (qui il link). Buona lettura! 

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Jura

Anche se probabilmente non avrai mai sentito parlare dei vini di questo dipartimento della regione Franche-Comté, confinante con la Svizzera, a mio parere qui si trovano delle autentiche gemme che dovrai assolutamente provare quando i “metri de ombre” inizieranno ad accumularsi inesorabilmente. Centro nevralgico dello Jura è Arbois, città natale di Louis Pasteur e luogo in cui fece i suoi studi sulla fermentazione alcolica; è anche sede di una bellissima pasticceria chiamata Hirsinger, c’è solo l’imbarazzo della scelta vista la bellezza di tutti i dolci esposti!

A rendere famoso lo Jura sono soprattutto 2 vini: Vin Jaune e Vin de Paille. Il primo riposa più di 6 anni (dicono 6 anni, 6 mesi e 6 giorni) in botti parzialmente scolme e ricoperte di uno strato biancastro chiamato “Flor”, che da un lato protegge il vino da feroci ossidazioni, dall’altro innesca una serie di reazioni chimiche che conferiscono allo stesso aromi inconfondibili. Il vitigno utilizzato è autoctono – si chiama savagnin – ed il Vin Jaune viene imbottigliato in apposite bottiglie da 62 cl chiamate “clavelin”, in quanto si ritiene che da 1 litro di vino ne rimangano 62 cl mentre il resto evapora e viene definito “la part des anges – la parte degli angeli”.
Il Vin de Paille è un vino sempre a base savagnin, a cui si aggiunge lo chardonnay ed il poulsard e,  come suggerisce il nome, i grappoli vengono stesi ad appassire su graticci di paglia per poi essere vinificati fermentando in piccole botti con un affinamento minimo di 36 mesi. Il risultato anche in questo caso è spettacolare, un grande passito!

Dunque ricordo che c’è il Vin Jaune e il Vin de Paille, ok?

Benissimo! Ricorda comunque che, specialmente ad Arbois, vengono prodotti anche ottimi vini rossi a base poulsard oppure più strutturati e morbidi come il trousseau. Inoltre ricordati che, a parte Arbois, il vero cuore dello Jura è un bellissimo paesino Medioevale arroccato su una collina e chiamato Château-Chalon, che dà vita alla omonima Aoc. Qui il Vin Jaune raggiunge una persistenza e longevità incredibili, tanto da essere imbottigliato con il nome Château-Chalon, per distinguerlo dagli altri Vin Jaune prodotti nelle vicinanze. Quando visitammo la zona, ci fermammo al Domaine Berthet-Bondet e fummo subito stregati dalla bontà dei loro vini, tanto da acquistare subito un bel po’ di bottiglie! Sono vini che non temono confronti, dal chiaro ed inconfondibile sentore di noce e curry, pronti dunque per essere abbinati anche con una cucina speziata e con piatti ben strutturati. Uno dei vini che troverai nella mia classifica personale alla fine del libro! A distanza di qualche anno, ad ogni bottiglia aperta sembra migliorare e d’altronde essendo del 2010 è ancora quasi un bambino!
Infine, anche nello Jura non manca il classico Crémant, a base chardonnay e savagnin e viene prodotto anche un vino liquoroso che si chiama “Macvin du Jura”. Avevamo già parlato della nostra visita nello Jura in questo articolo.

Valle del Rodano

Non spaventarti se non hai mai sentito parlare dei vini di questa regione, che si estende in una specie di linea verticale che parte da sud di Lione per arrivare in Provenza, oltre Avignone. È un classico itinerario di viaggio da fare, magari al rientro se lo abbini ad una gita in Borgogna, che si allunga verso nord subito dopo Lione. I vini della Valle del Rodano sono soprattutto rossi, anche se non manca qualche bella sorpresa per quanto riguarda i bianchi, soprattutto a base grenache blanc, clairette o bourboulenc. Per quanto riguarda i vini rossi, sono i grandi protagonisti di questo territorio, che però potremmo dividere nettamente in 2 aree: a nord grandi vini da sirah in purezza, a sud uvaggio di moltissime varietà.

A cosa è dovuta questa differenza così marcata fra le 2 aree? Quali sono brevemente?

Semplicemente al fatto che il clima, i terreni e la morfologia del territorio sono molto diversi fra di loro. Partendo da nord, sono soprattutto 2 le zone importanti e scenografiche che trovano nella produzione di grandi vini rossi da sirah in purezza la loro peculiarità: Côte Rôtie ed Hermitage. Riguardo alla prima, ritornano i tratti della “viticoltura eroica” già visti per alcune zone d’Italia, poiché i vitigni sono letteralmente arrampicati su pendii scoscesi che si affacciano lungo il corso del Rodano. La zona più prestigiosa è comunque l’Hermitage, dove si trova la famosa cappella dell’eremita di proprietà della famiglia Jaboulet, sulla collina di Tain-l’Hermitage che è raggiungibile a piedi. Quando ci andai era agosto e, oltre alla salita faticosa, il caldo era soffocante. Ad ogni modo, la vista dalla Chapelle con il fiume che sinuoso disegna curve per perdersi a vista d’occhio, ci ripagò di tutti gli sforzi fatti. Ci si trova circondati da vigneti e cartelli con scritto “M. Chapoutier vous remercie de respecter son vignoble en biodynamie”. Invece, in una tabella affissa alla parete della Chapelle, il Domaine Paul Jaboulet Ainé ci spiega come grazie alla tipologia di terreno qui presente “La Chapelle Hermitage poggia il suo splendore ed il suo carattere e, invecchiando, guadagna tutta la sua nobiltà”. Insomma, penso che ci siano sufficienti elementi di fascino per pensare di aprire prima o poi una bottiglia di intenso, speziato e morbido Sirah di questa zona del Rodano.

La parte più meridionale sente invece l’influenza mediterranea provenzale, le colline si fanno più dolci e le viti si estendono ai bordi di strade pianeggianti, su terreni particolarissimi e quasi rossi, tempestati di pietre tondeggianti chiamate galets. Qui spira il Mistral, un vento molto forte che ha convinto i vignerons a coltivare le viti ad alberello ed i galets nella zona di Châteauneuf du Pape completano la particolarità dei dintorni di Avignone. Come detto, qui il vino non è più frutto di un unico vitigno, ma addirittura potrebbero oltrepassare i 10! I più utilizzati comunque sono i seguenti: grenache, sirah, mourvedre, carignan, cinsault. Difficili da ricordare, ad ogni modo una volta che avrai memorizzato il nome dei vitigni, ti suggerisco di unire le lettere fino a formare GSM CC, che di per sé non significa nulla se non il vecchio sistema per cellulari e la sigla dei Carabinieri…
In questa zona della Provenza, non puoi perderti una visita in 2 paesi minuscoli e sperduti nelle campagne vicino ad Avignone: Lirac e Tavel. Anche se quelli di Tavel ci tennero a precisare che a differenza di Lirac in cui sono previsti anche rossi e bianchi, la loro Aoc prevede solamente rosé. Insomma il campanilismo esiste anche qui! Mi ricordo che degustai ottimi Rosé a Tavel, ma di buona struttura tanto da assomigliare a qualche rosso a partire dal colore tutt’altro che tenue. Rimando all’articolo su Châteauneuf-du-Pape e la vista a Château la Nerthe.

Altre particolarità oppure possiamo andare oltre?

Poiché abbiamo visto che la Valle del Rodano può tagliarsi in 2 zone distinte, potresti ricordarti che all’incirca al centro esiste la Aoc Clairette de Die in cui si produce un Metodo Classico a base di Clairette, chiamato “Crémant de Die” ed il “Clairette de Die”, un vino dolce a base Moscato e Clairette.
Completano la panoramica dei vini dolci l’Aoc Muscat de Beaumes-de-Venise dal vitigno Muscat à Petit Grains e l’Aoc Rasteau nella quale si ottengono vini liquorosi bloccando la fermentazione con aggiunta di acquavite di vino. Particolarmente pregiata è la versione “rancio” in cui il vino viene lasciato affinare in botti all’aperto, prendendo le caratteristiche note ossidative. Non sono presenti classificazioni ufficiali di Premièr Cru e Grand Cru.

 

Filed under France, Jura, Rhone Valley

Passionate about wine since childhood, when with my teeth I punctured the plastic cap of my Dad’s mini liquor bottles or when I got drunk by Franciscan Monks after church. I was five and since I enjoyed the first, I drank also the second glass… For me wine is just a passion to share with other people, that allows me to spend beautiful moments and to discover places that otherwise I never would have visited. Since I also love food, I’m going to discuss not only about wines, but I’ll be glad to share with you my favourite restaurants all around Italy. Stay tuned!

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